“Mi piace” la criptovaluta

Sì, è vero, Facebook sta lavorando ad una propria criptovaluta. Una notizia rimbalzata in rete che è, come riporta il The Wall Street Journal, più vera del vero e con qualche caratteristica interessante.

A differenza di criptovalute già esistenti, come i famosi Bitcoin, la valuta digitale emessa da Facebook non risentirà di fluttuazioni di valore, perché sarà uno stablecoin: il suo valore sarà cioè legato a monete fiat, come il dollaro o l’euro. 

Dunque più che a un bitcoin la criptovaluta di Facebook sembrerebbe assomigliare agli Steem Dollar, la moneta utilizzata nel social network Steemit per i pagamenti tra utenti. O ancora, come il Linden Dollar… vi è venuto un flash?!

Esatto, se non siete Millennials, vi ricorderete di Second Life, il mondo virtuale in cui sono stati fatti i primi esperimenti di valuta virtuale a larga diffusione.Ma bando alla nostalgia, torniamo al punto. Del resto stiamo parlando di acquistare beni e servizi con una valuta virtuale, non di vivere un’altra vita in un mondo fittizio per sfuggire ai problemi quotidiani! (sigh). 

La differenza tra la valuta di Facebook e il Linden Dollar è che il secondo variava in relazione al rapporto tra domanda e offerta, e i suoi scambi erano regolati da un’autorità centrale. Mentre il Linden Dollar è stata la moneta virtuale di ieri, la criptovaluta di Facebook sarà (forse) la moneta virtuale del domani, precisamente del 2020.

Ed essendo un social frequentato da miliardi di utenti in tutto il mondo, saranno necessari parecchi incontri istituzionali, come quello con i funzionari del Tesoro degli Stati Uniti ed il governatore della Bank of England. La prima certezza di cui hanno bisogno i governi prima di procedere in qualunque direzione è che esistano severe norme anti-riciclaggio. Quella di Facebook, invece è che noi saremo lì, connessi. La nostra? La semplicità. Possiamo farci comprare da piattaforme di exchange intuitive, dalla possibilità di inviare denaro su Whatsapp senza avere un conto corrente. Insomma dal comfort di risparmiare tempo piuttosto che denaro. Gli utenti saranno pronti a "darlo in pasto" a Facebook? Forse, a immaginarselo come un tenero gattino a cui lasciare una moneta... Sempre che non torni in auge una versione più accattivante di Second Life.

 


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